La disponibilità dell’operatore in IPS

2 risposte a “La disponibilità dell’operatore in IPS”

  1. La forma contrattualizzata dei rapporti e nella fattispecie quella tra operatore ips e persona trova conferma e validità nella prassi quotidiana. infatti il contratto è la cornice entro il quale si stipulano accordi, si prendono impegni, si creano aspettative e si assumono responsabilità. In definitiva la contrattualità vincola l’operatore e la persona in percorso ips al raggiungimento degli obiettivi definiti.
    L’aspetto che qui invece vorrei fare emergere come ulteriore pista euristica di approfondimento è la disponibilità telefonica.
    Quando una persona ci contatta nei tempi e nei modi concordati, generalmente è portatrice di una domanda o di una richiesta che noi accogliamo se è congruente con il nostro mandato altrimenti indirizziamo la persona all’ente o al professionista di competenza. Questo significa che da quel preciso istante si attiva una consequenzialità temporale che prevede un tempo mentale in cui la persona è pensata nel qui e ora e nel percorso storico realizzato per capire innanzitutto in quale punto della sua traiettoria biografica si colloca la richiesta espressa; un tempo mentale per la gestione ed elaborazione della richiesta ricevuta e un tempo mentale per definire e programmare le azioni da svolgere. Apparentemente potrebbe sembrare solo una questione tecnica ma a mio avviso ha anche delle implicazioni metodologiche ed organizzative. Infatti, mentre il colloquio in presenza, ad esempio, ha un tempo di inizio e di fine che si conclude con la registrazione della prestazione svolta e dei contenuti maggiormente significativi trattati, la telefonata innesca un tempo lungo variabilmente determinato e definito che sfugge al rigore della quantificazione. Non si tratta solo di un problema di codificazione e cioè di come vado a registrare questa prestazione che non si esaurisce alla voce “chiamata telefonica” ma di quella percezione che non è un valore estetico ma un tangibile elemento di realtà in cui l’operatore avverte la sensazione di non staccare mai dal lavoro.

  2. L’evoluzione del tema della disponibilità è, a mio parere, quello della fiducia. Come operatrice IPS, durante i colloqui con i clienti, mi sono trovata a ragionare sul rapporto di fiducia che si crea tra datore di lavoro e dipendete alla stipula di un contratto di lavoro, facendo luce sulla responsabilità (come sul diritto) ad avere fiducia del contesto nel quale il cliente era prossimo ad iniziare la sua esperienza lavorativa. Credo fortemente quindi che la “forma contrattuale sulla parola” sia ricca di significati, come di responsabilità, nei confronti del percorso IPS in essere. La responsabilità dell’operatore (e quindi la sua disponibilità) non può prescindere da quella del cliente che è accolto nel percorso. Credo che nel momento in cui questa “letteratura” diventa strumento di lavoro, il percorso ha un’importante evoluzione.

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